Lettre adressée à Maurice Nadeau
21 juillet 1973
tLS de 2 pp. au format in-4 (27,8x 22 cm)
Belle lettre tapuscrite signée rédigée en italien adressée à Maurice Nadeau, qui avait publié plusieurs ouvrages de Cesare Zavattini (1902-1989), figure majeure du néoréalisme italien, chez Denoël dans la collection Lettres Nouvelles : Les pauvres sont fous, suivi de Je suis le Diable (1965), Lettre de Cuba à une femme qui m'a trompé (1967) et Cinéparoles (1971).
Cesare Zavattini y exprime toute la reconnaissance qu'il éprouve pour Maurice Nadeau qui n'a cessé de lui donner espoir et foi dans le travail, cette foi qui transforme même le pessimisme le plus profond en son contraire. Il est ensuite question de la réalisation de son film La Ultima Cena, projet important pour Zavattini, de la publication de ses œuvres complètes par Bompiani et de son travail de peintre.
Transcription : "Roma, 21 luglio 1973 / Caro Nadeau, lei dirà: un ingrato di più!, a causa del mio ritardo nel rispondere all'ultima sua lettera che mi ha dato una così profonda gioia. Il vedermi sempre ricordato a stimato da lei è fra le cose di cui mi vanto spesso, e nei momenti difficili, che l'età fa sembrare più frequenti di quanto non siano, metto sulla bilancia Nadeau per farla pendere verso la fede nel lavoro. Questa fede per cui lo stesso più nero pessimismo diventa materia del suo contrario.
Spero di venire a Parigi finalmente questo autunno o inverno invitatovi per una conversazione coi giovani all'Unesco, e così vedrò anche quanto ha fatto suo figlio. Il cinema non può che diventare di più il mezzo per una integrale espressione di se stessi, e noi, credo, non possiamo essere noi stessi se non adducendo la misura politica come la più assoluta, il ché non significa accettarla nelle sue forme attuali ma rinnovarla come qualsiasi altra manifestazione erroneamente privilegiata fin qui, per esempio l'arte.
Ma mentre le scrivo mi nascono contemporaneamente i dubbi su quanto scrivo, ed è per questo che aspetto con tanta ansia il settembre per vedere se posso cominciare il film di cui sarò pure il regista, gliene avrò accennato, L'ULTIMA CENA, eseguendo il quel cercherò la riposta a molti quesiti, cioè parto con un'ansia di sapere, di scoprire più che di dare notizia di quanto so o ho scoperto.
Attraverso un periodo costruttivo, malgrado sia distratto da incombenze professionali, cinematografiche, che mi asciugano secondo il solito troppo tempo. Ho consegnato le definitive cinquanta poesie a Scheiwiller; piccole poesie in dialetto da me tradotte in italiano, e Bompiani metterà in giro il primo dicembre prossimo un volume nella sua collana dei classici con la mia opera omnia (parole grosse, lo so) curata da Renato Barilli che è uno dei più autorevoli critici dell'avanguardia di cui fanno parte i Pagliarani, Guglielmi, Giuliani, Porta e altri notissimi.
Dipingo molto, con passione e con coscienza, a proposito parto fra un'ora per Pescara essendovi là una mostra di quadri miei dal '42 a oggi.
Ma l'idea fissa è adesso L'ULTIMA CENA. Prego Dio, alias me stesso, di darmi il coraggio di realizzare questo progetto che a volte mi dà l'impressione di equivalere a una porta chiusa che per tutta la vita non ho mai osato aprire e finalmente eccomi qui che sto girando, con trepidazione, la maniglia. Mah! può darsi che alla fine non si tratti che di una variazione sullo stesso tema. Vedremo.
Ho saputo dalla moglie di Nino. Pochi mesi fama moglie ha subito un'operazione però "benigna". E' appena girata L'ULTIMA CENA, dovrò fare conoscenza con i cosiddetti ferri proprio io (la prostata). Suo devoto Zavattini".
75 €
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